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Terra dei fuochi, continuano i roghi nella Terra di nessuno

Zona Asse Mediano – Località Popone a Casaluce. Io c’ero. Non è forse l’ultimo rogo della giornata che vedo, che ne respiro l’aria acre e zeppa di diossina. E’ di pochi minuti fa la notizia di un rogo doloso sotto il cavalcavia dell’Asse Mediano che collega la Nola-Villa Literno con la zona a Nord di Napoli. A bruciare, come sempre, rifiuti di ogni specie, dai copertoni al materiale tessile e calzaturiero per finire alle lastre di eternit (amianto). Sul posto sono intervenute le Forze dell’Ordine (carabinieri di Aversa) e i Vigili del Fuoco. Non è la prima volta che queste zone sono interessate da incendi, le periferie dell’Agro aversano ormai da anni sono adibite a discariche abusive a cielo aperto. È notizia di ieri, a controllo delle aree a rischio rogo e sversamenti illegali, l’impiego “sul campo” nella cosidetta Terra dei Fuochi di un contingente di 100 militari nell’Operazione Strade Sicure. Nell’Agro Aversano, oltre le foto di rito e scena per i quotidiani, nemmeno l’ombra. Speriamo che quest’ultimo rogo sia davvero la fine di un martirio, in una terra sempre più di nessuno!

Terra dei Fuochi, a Castel Volturno un cimitero di bufale

Ventiquattro carcasse di bufale adulte e una di un vitellino. Questo il macabro scenario apparso agli agenti del Corpo forestale dello Stato, all’interno di un allevamento a Castel Volturno, in provincia di Caserta. Gli animali sono stati rinvenuti in avanzato stato di decomposizione e si ipotizza siano stati lasciati morire in seguito a prolungata denutrizione e totale abbandono. Per questo motivo gli uomini della Forestale hanno denunciato un 64enne alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per l’ipotesi di maltrattamento di animali, fino a provocarne la morte, illecito smaltimento di carcasse e violazione degli obblighi inerenti la custodia giudiziaria degli animali.  Il precedente  Il ritrovamento del cimitero è avvenuto a seguito di una segnalazione arrivata agli uffici del comando provinciale di Caserta, mentre sul posto è intervenuto il personale dei comandi forestali di Castel Volturno, Caserta e Vairano Patenora, insieme a quello del servizio veterinario della Asl di San Marcellino, nel casertano.

Cimitero bufale Castel Volturno
Cimitero delle bufale a Castel Volturno

Il personale della Forestale si è, quindi, recato in località Pagliuca nel comune di Castel Volturno trovando, all’interno di un’azienda, le carcasse di bufale in avanzato stato di decomposizione, dall’odore sgradevole e nauseabondo, abbandonate su un terreno nudo e prive di qualsiasi forma di copertura o di protezione. Continua la lettura di Terra dei Fuochi, a Castel Volturno un cimitero di bufale

Militari per “Bonifiche Camorra Free” e ad Acerra si coltivano le patate tra i veleni

La patata è per definizione chiamata il fiore di maggio. La piana del Pantano acerrano a cavallo tra le province di Napoli e Caserta è il regno della patata. Ettari su ettari di terreno argilloso coltivati a tuberi, compresi quelli che costeggiano il termovalorizzatore e la famigerata Montefibre. La valle suessolana, tra Calabricito e la Lenza Schiavone, è la terra di sversamenti illeciti. Lì i fratelli Giovanni e Cuono Pellini hanno salde le loro radici. In quella zona maledetta, un tempo cuore della Campania felix, alcuni imprenditori del settore ambientale hanno sversato tonnellate e tonnellate di rifiuti tossici e nocivi. Diossine, policlorobifenili, furani, morchie industriali, fanghi di depurazione: le campagne di Acerra sono imbottite di veleni e sostanze tossiche; imprenditoria criminale, politica asservita e forze dell’ordine colluse hanno provocato un disastro ambientale irreversibile. È degli ultimi giorni la scoperta da parte del nucleo di guardie ambientali acerrane di un terreno di due ettari e mezzo zeppo di rifiuti coltivato a patate.

Termovalorizzatore di Acerra
Campi coltivati nei pressi del termovalorizzatore di Acerra

La segnalazione è giunta agli ambientalisti volontari, vere sentinelle del territorio, da parte di un contadino nella scorsa settimana. Stamattina sono iniziati gli scavi: inerti, scarti ospedalieri, siringhe, plastica bruciata, i tecnici dell’Arpac hanno campionato il terreno in località Lenza Schiavone, all’incirca grande tre campi di calcio. Continua la lettura di Militari per “Bonifiche Camorra Free” e ad Acerra si coltivano le patate tra i veleni

Terra dei veleni, rifiuti e silenzi di Stato

Sangue e cemento. Era questo il binomio dello strapotere del braccio economico-finanziario del clan dei casalesi. Ricostruzione post-terremoto, Asse di supporto, linea Alta Velocità, terza corsia della Napoli-Roma, rifacimento dei Regi Lagni: soldi a fiumi nelle casse del clan a vocazione imprenditoriale. Da bufalari in terra di Mazzoni a principali importatori ed esportatori di armi al mondo. Business della Camorra Spa made in Casal di Principe. C’è chi parla del miglior cemento sulla piazza: consorzi e calcestruzzo, questi criminali affaristi sono arrivati a costruirsi perfino la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Nel frattempo ci sono state le Stragi di Stato, il clima iniziava a farsi pesante, il carcere duro del 41bis veniva inasprito. Ci fu, comunque, chi pensò di “tradire” la fede mafiosa; il vincolo di appartenenza criminale veniva meno: passò dalla parte dello Stato. Intanto iniziavano i maxi processi, da Palermo alla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere, dagli attentatori di Capaci al Processo Spartacus. Nel frattempo Tangentopoli aveva decapitato la classe politica italiana e nostrana: centinaia di politici finirono al gabbio. Alla fine degli anni ’80 l’ala militare-imprenditoriale del clan dei casalesi pensò bene di allargare i propri orizzonti criminali, di estendere le proprie competenze: l’affaire dei rifiuti tossici. Galeotto fu quel famoso pranzo in un ristorante sul Doppio Senso di Giugliano in Campania, nella periferia nord di Napoli. Broker, criminalità, imprenditoria e poteri forti decidevano di sedersi attorno ad un tavolo unendo interessi e contatti, Nord e Sud: la monnezza è oro.

Campania infelix
“Masseria del Monaco”, Marigliano (Na)

Un pool di magistrati coraggiosi della Procura di Napoli aveva capito tutto: 115 arresti tutti in una notte, politici, criminalità, imprenditoria. L’inchiesta Adelphi tentò di scoperchiare il pentolone e gli intrecci ma il vincolo di “fratellanza” era troppo stretto, finì per pagare chi non era della cricca, pochi in verità. Continua la lettura di Terra dei veleni, rifiuti e silenzi di Stato

1994-2014, vent’anni dal sacrificio di un martire

Casal di Principe 19 marzo 1994, ore 7,25 circa. Una giornata diversa dalle altre,  una giornata di dolore e angoscia ma di speranza per un popolo che ha fame di riscatto e di orgoglio. Nei pressi della sagrestia della Chiesa di San Nicola nel giorno del suo onomastico, prima di recarsi all’ITIS “A. Volta” di Aversa, cade vittima del piombo della mafia casalese il prete don Giuseppe Diana, conosciuto da tutti come don Peppino. Un cittadino di Casal di Principe, un casalese diverso, una persona al servizio del suo popolo e della sua comunità. Un uomo delle istituzioni caduto per amore della sua gente. Don Peppino Diana è una delle circa 900 vittime innocenti delle mafie nel nostro Paese. La morte del prete casalese è il sacrificio di un martire nella Terra di Gomorra. A vent’anni da quella indimenticabile giornata di cronaca nera, nella Terra del clan della camorra casertana molto si è evoluto, poco è cambiato.

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Istituto tecnico commerciale “G. Carli” – Casal di Principe

Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose (Lusciano, Casapesenna, Castel Volturno, Casal di Principe, Cesa, Grazzanise, Gricignano di Aversa, Orta di Atella, Santa Maria la Fossa, Villa di Briano, Continua la lettura di 1994-2014, vent’anni dal sacrificio di un martire