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L’Agro aversano lavatrice dei patrimoni mafiosi

 

“Se la mafia prospera nel nostro Paese è perché lo Stato non è riuscito ad imporre la sua autorità sul territorio con decisione”. A parlare non uno dei soliti convegnisti di professione antimafioso che nella nostra maledetta terra proliferano a go-go. Non un professionista antimafia aderente a qualche associazione che ha, o pensa di avere, il monopolio sulla gestione o meno di fatti e patrimonio mafioso. A pronunciare queste parole, che sembravano macigni, rivolgendosi agli intervenuti durante una sessione di lavoro di giornalismo investigativo è stato il direttore della Direzione Investigativa Antimafia, il Generale di Divisione Giuseppe Governale. Continua la lettura di L’Agro aversano lavatrice dei patrimoni mafiosi

Michele Zagaria e il suo tesoro in Romania

Il clan dei casalesi ha ramificazioni ovunque. Nella terra di Gomorra soprattutto. L’Agro aversano è stato il campo di battaglia della “formazione” degli imprenditori del crimine organizzato made in Casal di Principe. Nel pubblico come nel privato, non si muoveva una foglia se i reggenti del clan non erano messi al corrente e davano il lascia passare. Per qualsiasi tipo di iniziativa. Gli appalti soprattutto. Sangue e cemento in odore di piombo. Quarant’anni circa di dominio assoluto. Chi doveva contrastare questa espansione imprenditorial-criminale è stato nella migliore delle ipotesi a guardare, inerme, uno spettacolo che ha reso la nostra terra un deserto senza sabbia. Una cosa è certa: lo Stato non ha dato le possibilità che ha dato il clan. Continua la lettura di Michele Zagaria e il suo tesoro in Romania

Nel 2015 sottratti alle mafie beni per 2,6 miliardi euro

Ammonta a 2,6 miliardi di euro il valore dei beni sequestrati alla criminalita’ organizzata nel 2015. Mentre quello delle confische si attesta sui 530 milioni di euro. I dati sono contenuti nel rapporto annuale della Direzione investigativa antimafia illustrato oggi al Viminale, alla presenza del ministro dell’Interno, Angelino Alfano e del direttore della Dia, generale Nunzio Antonio Ferla. Proprio il ministro dell’Interno, ha sottolineato che “l’aggressione patrimoniale, insieme all’arresto dei latitanti ed carcere duro, sono i tre fronti su cui arrivano grandi risultati che hanno messo in difficolta’ le organizzazioni mafiose”. C’e’, ha spiegato il generale Ferla, un calo vertiginoso circa gli omicidi delle mafie rispetto a 10-15 anni fa: le cosche sempre piu’ privilegiano la corruzione alla violenza, rinunciando al ‘controllo militare’ del territorio e scegliendo, invece, una strategia di sommersione, evitando cosi’ di avere l’attenzione di media, magistratura e opinione pubblica. Continua la lettura di Nel 2015 sottratti alle mafie beni per 2,6 miliardi euro

Sequestrate cave, società e terreni all’imprenditore Vincenzo Zangrillo vicino ai casalesi

Maxi sequestro, nel sud pontino, di beni per oltre 20 milioni ad un imprenditore ritenuto vicino al clan dei Casalesi. Gli investigatori della Dia, del Centro Operativo di Roma, hanno sequestrato nelle province di Latina, Frosinone, Napoli, Isernia e Caserta, su disposizione del Tribunale di Latina, oltre 200 camion, 2 cave di marmo, societa’, terreni e immobili di proprieta’ di Vincenzo Zangrillo, cui fanno capo societa’ operanti nel trasporto merci su strada, smaltimento rifiuti e commercio di autovetture. Con un passato di fabbro-carrozziere, nel corso degli anni Vincenzo Zangrillo, secondo gli investigatori, ha registrato una improvvisa e ingiustificata espansione economica diventando imprenditore, in svariati settori commerciali e titolare, direttamente o indirettamente, di numerose societa’. In particolare l’imprenditore opera nella gestione di cave di marmo con commercializzazione del “Coreno Ausonio” uno dei marmi piu’ pregiati utilizzati per la costruzione dei porti, ma anche nei settori del trasporto merci su strada, del commercio all’ingrosso di altri materiali da costruzione, di smaltimento di rifiuti, di locazione immobiliare di beni propri e di commercio di autovetture. Continua la lettura di Sequestrate cave, società e terreni all’imprenditore Vincenzo Zangrillo vicino ai casalesi

Cavalli, videopoker e slot-machine, 44 arresti della Dia di Napoli

Sono loro ad aver ereditato il compito di dirigere il clan e riorganizzare la gestione degli affari dopo i pesantissimi colpi inferti negli ultimi anni con la cattura dei capi storici. Ed e’ stata la famiglia Russo, in stretti rapporti con il boss Francesco Schiavone, detto Sandokan, l’obiettivo dell’operazione della Dia (Direzione investigativa antimafia) di Napoli che ha portato all’alba di oggi all’esecuzione di 44 misure cautelari: 28 di custodia in carcere (parte delle quali nei confronti di persone gia’ detenute), 11 agli arresti domiciliari e 5 divieti di dimora. Nel corso dell’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sono state sequestrate cinque aziende attive nel settore delle slot machine e dei videopoker per un valore di dieci milioni di euro (uno degli affari piu’ lucrosi gestiti dalla cosca), 3200 slot distribuite in bar e vari locali della provincia di Caserta (ma anche in Lazio e in Toscana) e 30 immobili a Marano, in provincia di Napoli.    Le indagini si sono concentrate sul gruppo Schiavone-Russo, ritenuto il nucleo centrale del clan, alle dipendenze di Sandokan e di Giuseppe Russo, soprannominato ‘o Padrino, entrambi detenuti da anni in regime di 41 bis. Continua la lettura di Cavalli, videopoker e slot-machine, 44 arresti della Dia di Napoli