Anche il figlio di Cicciotto Bidognetti “parla” coi magistrati antimafia

 

La mafia casalese è in crisi di identità. Qualcosa sta andando storto. Per la qualità dei “militari” ma soprattutto perché non sta facendo gli affari di un tempo. La crisi economica ha colpito anche l’esercito del Male, che ha spostato l’asse strategico-economico al centro nord del paese e all’estero. Lo dimostrano le inchieste sulla mafia casalese al nord e soprattutto nuovi pentimenti. Assestato un altro duro colpo alla struttura criminale e allo strapotere del clan dei casalesi in terra di Gomorra. Ad inizio aprile ha chiesto di parlare con i magistrati della direzione distrettuale di Napoli Raffaele Bidognetti, alias o’ Puffo, figlio del boss capo dell’ala più sanguinaria del clan Francesco Bidognetti alias cicciotto e’ mezzanotte. Il pentimento di Lelluccio Bidognetti era nell’aria da qualche tempo. Dopo che il primogenito del famigerato boss Francesco in arte “Sandokan”, Nicola Schiavone, a luglio scorso era passato a collaborare con la giustizia, anche tra i più stretti congiunti dei Bidognetti ci si aspettava una mossa. Dopo la convivente di Francesco Bidognetti, Anna Carrino, quello di Lello “il Puffo” è stato il secondo pentimento importante tra le fila familiari. Il carcere duro fa paura. A chi è abituato a vivere da pascià, essendo il patrimonio economico attinto da sequestri e confische, decide di raccontare gli affari, gli omicidi, i traffici illeciti alla Magistratura. Sarà così anche per Raffaele Bidognetti? Racconterà davvero tutto? Vedremo e speriamo. Per tanti superboss così non è stato. Ci si aspettava chissà quali super operazioni. Nulla ancora di tutto questo. Condannato a due ergastoli definitivi per i delitti Di Fraia e Caiazzo, Bidognetti jr. è stato detenuto al 41 bis nel carcere di massima sicurezza di Sassari e poi Benevento. Insieme al fratello Aniello pluri ergastolano sono figli di Teresa Tamburrino morta anni fa. Tra le vittime del clan Bidognetti, oltre a quelli delle faide interne ed esterne, vi è anche quello di Gennaro Falco, medico di Parete che fu freddato, stando ai racconti di altri due collaboratori di giustizia, Raffaele Ferrara ‘o pazzo e Dario De Simone, nel suo studio il 29 ottobre del 1993 perché ritenuto “colpevole” di non essere riuscito a guarire la madre dei due da un tumore. Gli altri fratellastri di Raffaele, Teresa, Katia e Gianluca sono tutti detenuti per associazione camorristica e Gianluca anche per un tentato omicidio ad una cugina. Lello Bidognetti fu acciuffato dai carabinieri di Caserta nel 2006. Dopo 13 anni di carcere ha deciso di parlare. Non ha retto. I primi verbali depositati nei processi sono zeppi di pagine omissate. Nomi e luoghi segreti. Nuovi colloqui investigativi sono in corso. Intanto qualcosa viene a galla. Raffaele Bidognetti parla degli affari e dei soldi e accusa in primis al padre ristretto in carcere dal dicembre del 1993. “Mio padre aveva un ruolo di prestigio nel clan: non poteva mettersi in discussione la volontà di mio padre”. A sentire il figlio, Cicciotto Bidognetti gestiva le sorti del clan da libero e anche dal carcere duro: “mio padre non ha mai dato indicazioni su come dovevamo muoverci, ma la sua preoccupazione prevalente era che giungessero i soldi all’organizzazione, agli avvocati che difendevano lui e gli altri affiliati e che arrivassero i soldi anche a lui”. Le informazioni da Cicciotto come giungevano agli affiliati e viceversa? “Le indicazioni di mio padre e le notizie sull’andamento del clan, venivano inviate a mio padre e da questi a noi attraverso l’avvocato D’Aniello Carmine e un’avvocatessa di cui risulta celato il nominativo. Sembra essere un fiume in piena. Al pubblico ministero antimafia Alessandro D’Alessio, il neo superpentito Bidognetti rivela anche il “rapporto” conflittuale tra il padre e Michele Zagaria capastorta, “che era molto legato a mio padre ma che gli aveva poi girato le spalle in occasione della scissione del ‘96/‘97”. Episodi omicidiari, corruttivi, appalti, affare rifiuti. Ci si aspetta tanto. Quanto sarà fruttuosa la collaborazione di Bidognetti jr staremo a vedere. Intanto il clan, nonostante arresti, sequestri e pentimenti, fa ancora paura. E la guerra continua.