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A Gomorra anche le ambulanze nelle mani della camorra

Nella terra del famigerato clan dei casalesi anche i morti e i feriti sono fonte di guadagno. E il giro di affari è milionario, si fanno soldi a palate. Nell’Agro aversano pompe funebri e servizio di autoambulanze è per la gran parte nelle loro mani. Non solo appalti per le forniture e lavori. Mensa e servizi fino a qualche anno fa erano un’esclusiva casalese, un pozzo senza fondo che alimentava le casse del clan ed era anche sistema per “gestire il consenso”. La sanità era ed è una ‘preda’ particolarmente amata dalla criminalità organizzata, che la utilizza non solo cercando di controllare gli appalti ma anche “interferendo nelle liste d’attesa”. A mettere in guardia è il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone. Continua la lettura di A Gomorra anche le ambulanze nelle mani della camorra

Michele Zagaria e il suo tesoro in Romania

Il clan dei casalesi ha ramificazioni ovunque. Nella terra di Gomorra soprattutto. L’Agro aversano è stato il campo di battaglia della “formazione” degli imprenditori del crimine organizzato made in Casal di Principe. Nel pubblico come nel privato, non si muoveva una foglia se i reggenti del clan non erano messi al corrente e davano il lascia passare. Per qualsiasi tipo di iniziativa. Gli appalti soprattutto. Sangue e cemento in odore di piombo. Quarant’anni circa di dominio assoluto. Chi doveva contrastare questa espansione imprenditorial-criminale è stato nella migliore delle ipotesi a guardare, inerme, uno spettacolo che ha reso la nostra terra un deserto senza sabbia. Una cosa è certa: lo Stato non ha dato le possibilità che ha dato il clan. Continua la lettura di Michele Zagaria e il suo tesoro in Romania

L’architetto indagato chiamato dall’Antimafia va a Roma a spese dei cittadini

“La corruzione è un virus sociale che infetta tutto, serve maggior cultura della trasparenza tra enti pubblici, settore privato e società civile”. Non lo dice un dispositivo del Tribunale, non lo scrive un magistrato, né è scritto in un manifesto pubblico. A descrivere un contesto a tinte fosche completamente dominato dal cancro della corruzione è Papa Francesco nella sua recente visita in Sud America. Un continente in preda ad una tangentopoli nella gestione del potere senza precedenti. E come è solito fare il Papa non usa mezze parole, non si scherma dietro i velluti dello sfarzoso palazzo del Palacio del Gobierno di Lima. “Uniti per difendere la speranza” recitava il testo del discorso papale: “implica maggior cultura della trasparenza tra enti pubblici, settore privato e società civile, e non escludo le organizzazioni ecclesiastiche. Nessuno può dirsi estraneo a questo processo; la corruzione è evitabile ed esige l’impegno di tutti. Continua la lettura di L’architetto indagato chiamato dall’Antimafia va a Roma a spese dei cittadini

Aversa in Parlamento, pochi fatti e tante ombre

Il 4 marzo prossimo i cittadini italiani sono chiamati a votare per rinnovare i due rami del Parlamento. Chi si candiderà a rappresentare le istanze dei cittadini della martoriata terra di Gomorra? Boh! Circolano dei nomi di possibili papabili, ma al momento tanto caos e soprattutto tante chiacchiere da bar sport. La Città di Aversa che dal ’46, tranne rarissime occasioni, è stata sempre rappresentata da parlamentari nati e cresciuti nella città millenaria fondata dai normanni, rischia questa volta di rimanere senza rappresentanza. Campanilismo? Provincialismo? Aversa e l’intero Agro aversano erano il fiore all’occhiello della provincia di Terra di Lavoro. Nel bene e nel male. Il primo deputato di camorra definito tale nell’aula della Camera dei Deputati è stato un aversano, don Peppuccio Romano. Continua la lettura di Aversa in Parlamento, pochi fatti e tante ombre

L’amministrazione aversana, più pompieri che uomini al servizio della cosa pubblica

Capita spesso di leggere i media online locali. Più per divertimento che per capire le cose come stanno. Anche perché, ormai è cosa evidente e nota, che l’Amministrazione comunale ha professionisti della penna che sanno esprimere il meglio a “chiamata”. Sarebbe opportuno affidare ulteriore delega a qualche fido del sindaco Enrico De Cristofaro. Alla comunicazione su chiamata. Chi scrive con la penna e non con la lingua, dopo lo spento consiglio comunale che ha chiuso il 2017, quello dei proclami e della “vittoria” giudiziaria dell’architetto indagato, aspettava la conferenza stampa di fine d’anno. Nulla. Il primo cittadino ha preferito un manifesto ai giornalisti. Scelta legittima, di opportunità. Nulla questio. La stampa libera resta in attesa, attonita, stanca di leggere le comunicazioni attraverso la voce o la lingua di qualcuno. Continua la lettura di L’amministrazione aversana, più pompieri che uomini al servizio della cosa pubblica