Ormai nella nostra triste e martoriata terra è cosa risaputa: chi ha inquinato riesce sempre a farla franca. I fratelli Salvatore, Cuono e Giovanni Pellini sono stati per un trentennio all’apice dell’industria ecologica campana. Industriali dei crimini ambientali. Fanghi industriali da trasformare in compost la loro specialità. Un compost di veleni però. Del loro modus operandi, tra i tanti, ha raccontato tutto ai magistrati il collaboratore di Giustizia della fazione bidognettiana, il monnezzaro cesano Gaetano Vassallo: “dai Pellini ad Acerra i fanghi sono stati diluiti nell’acqua e sparsi nei campi con gli irrigatori automatici”. Continua la lettura di Gli ecomafiosi nella terra di Gomorra la fanno sempre franca
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Terra dei Fuochi, viaggio lungo la costa del Litorale Domiziano e il Villaggio Coppola Pinetamare
Un tempo era chiamata “isola per vacanze”, oggi è degrado, malavita e rifiuti. La costa del Villaggio Coppola, la foce della darsena di San Bartolomeo, è una discarica a cielo aperto. E le istituzioni? Le forze dell’ordine? A 500 metri dal disastro ambientale, in Viale Delle Acacie c’è il “Centro di Formazione Nazionale” del Corpo forestale dello Stato di Castel Volturno intitolato al martire di camorra don Peppe Diana, inaugurato nell’aprile 2012 dall’allora Ministro delle politiche agricole e forestali Mario Catania, il Commissariato della Polizia di Stato e la Guardia Costiera. Nessun sequestro dell’area, è alla mercè di tutti. Il mare ha un colore nerastro, l’olezzo di pelle e coloranti è nauseabondo, sembra di stare in una conceria. Sono pelli e scarti delle piccole industrie del nord napoletano e del nolano. E come ci sono finiti questi rifiuti pericolosi sulla costa di Castel Volturno? Sono stati gettati nei Regi Lagni, hanno percorso una ventina di chilometri, le piene invernali li hanno “trasportati” fin qui. Siamo solo nella terra di nessuno, a Pinetamare. Nella terra, nel Villaggio un tempo fortino della famiglia Coppola, e della borghesia catto-democristiana di stampo andreottiano. Un ammasso deforme di ecomostri e strutture in cemento corrose dalla salsedine. Nel 2003 la Regione Campania, la Provincia di Caserta, il Comune di Castel Volturno, il Comune di Villa Literno, il Consorzio Rinascita e Fontana Bleu S.p.A. firmarono un Accordo di Programma con il quale venne approvato “Il Piano di Riqualificazione per il Risanamento ecoambientale e il rilancio socio economico per la località Pinetamare di Castelvolturno ed aree attigue” con la creazione di un porto turistico. Dal 2003 solo chiacchiere.
Nel casertano agricoltori in trincea, ci dicano che fare
Non sono ancora stati ultimati i lavori dei tecnici comunali per l’identificazione dei 28 terreni di Villa Litemo, che il governo nel suo rapporto sulla Terra dei fuochi ha indicato come inquinati e su cui pende la spada di Damocle dell’eventuale emanazione del divieto di coltivazione, mentre è già deciso lo stop alla commercializzazione. Dopo circa due settimane di lavoro, incentrate soprattutto sulla «decriptazione» delle coordinate fornite dai ministeri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Salute, amministratori e tecnici sono comunque riusciti a raggiungere qualche obiettivo. «Tutti i terreni classificati a “rischio quattro”, ovvero quelli che si avvicinano maggiormente al massimo grado di pericolo, si trovano in aree che non sono utilizzate per la coltivazione», dice il sindaco Nicola Tamburrino, che cerca di calmare l’ambiente, oramai in fibrillazione dopo che sono stati pubblicati i dati in cui Villa Litemo è stata segnalata come l’area dove ci sono la maggior parte dei terreni inquinati.
Secondo i risultati prodotti dal Comune, dunque, i terreni a «rischio quattro» sono tutti ubicati al confine con CastelVolturno, «in un’area che ha una falda acquifera superficiale ed è interessata dalla presenza di acqua proveniente dal mare, quindi inadatta alle coltivazioni» Continua la lettura di Nel casertano agricoltori in trincea, ci dicano che fare