Petrolio&Camorra: “Chi ha più forza quello spara”… lo strapotere criminal-mafioso dei Cosentinos

Negli ambienti giudiziari partenopei ormai si conosce un’unica certezza: l’ex onorevole del defunto Pdl Nicola Cosentino, alias Nick o’merican, era il referente politico nazionale di vertice dell’associazione camorristica del clan dei casalesi. Lo scrive il Gip del Tribunale di Napoli Isabella Iaselli nella sua ordinanza di arresto che vede indagati tre fratelli Cosentino, Giovanni (il più grande), Nicola e Antonio, imprenditori del petrolio, per estorsione e concorrenza sleale. A finire nelle maglie della giustizia, oltre i Cosentino, un funzionario regionale, due tecnici del Comune di Casal di Principe, un imprenditore edile, due tecnici della Q8, e i due fratelli del superboss Michele Zagaria, Antonio e Pasquale.

Nick o'merican, politico di riferimento del clan dei casalesi
Nick o’merican, politico di riferimento del clan dei casalesi

Il principale teste d’accusa è l’imprenditore del settore petrolifero di Villa di Briano, Luigi Gallo. L’imprenditore voleva ingenuamente “invadere” il campo nemico chiedendo alle autorità competenti l’autorizzazione per l’apertura di un impianto di distribuzione di carburanti sulla superstrada Nola-Villa Literno. Ma l’agro casalese è territorio della famiglia Cosentino, guai a pestare i piedi agli eredi di Silvio o’merican“Dove ci vuole la politica c’è mio fratello Nicola; dove ci vogliono i soldi ci sto io e dove ci vuole la forza c’è pure la forza”, queste le parole di Giovanni Cosentino, il primo tra i fratelli finito alla sbarra nell’inchiesta di stamattina, titolare dell’Aversana Petroli, il vero deus ex machina della famiglia: fu colui che promosse la campagna giudiziaria contro gli autori e l’editore del libro “Il Casalese”, chiedendo, in barba all’articolo 21 della costituzione, un milione e trecento mila euro di risarcimento per il danno di immagine (alle aziende di famiglia!) e il ritiro dal mercato con conseguente distruzione di tutte le copie del libro. Abusi amministrativi e prevaricazioni di stampo camorristico – contro le imprese concorrenti nell’esercizio delle relative attività economiche, questi le principali accuse dei pubblici ministeri Antonello Ardituro, Francesco Curcio e Fabrizio Vanorio della direzione distrettuale antimafia di Napoli. “Fammi aprire prima a me e poi tu lo sai che in Regione non ci sono problemi, dato che abbiamo Letizia che per noi fa carte false”, frase pronunciata da Antonio Cosentino, il più giovane tra i fratelli arrestati questa mattina dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta. Giovanni e Antonio con le mani nel petrolio (“La Q8 sono io”, parola di Giovanni Cosentino nda), Nick l’onorevole nei posti di comando, lì dove il povero Gallo e i comuni mortali non arrivano. Permessi, perizie, costruzione, istallazione, progetto, tutte cose che in provincia di Caserta dovevano passare per le mani dei fratelli Cosentino, i gestori di fatto dell’affaire “oro nero” in terra di mafia casalese. Comune, Regione, Q8, colletti bianchi, tutti al soldo e nelle maglie della triade casalese: a beneficio delle imprese della famiglia Cosentino, società Immobiliare 6C s.r.l., Aversana Petroli s.r.l., IP Service s.r.l. ed ogni altra società controllata, partecipata o riconducibile alla predetta famiglia, che così acquisivano illecitamente una posizione dominante o, comunque, quote di mercato aggiuntive nel settore della costruzione e gestione degli impianti di stoccaggio e distribuzione di carburanti per autotrazione in provincia di Caserta e, comunque, contribuivano a ribadire e rimarcare sul territorio la supremazia politica-imprenditoriale-mafiosa della famiglia Cosentino. Non poteva mancare una copertura importante nell’impresa “criminale”: la famigerata funzionaria Maria Elena Stasi, il prefetto di Caserta (nel 2000) al soldo di Nick o’merican: nell’ufficio del Prefetto a piazza Vanvitelli, convocarono, secondo l’accusa, l’allora sindaco di Villa di Briano Zippo, intimandogli di provvedere alla rimozione dall’incarico del tecnico comunale che aveva osato “sgarrare” (colpevole sia di avere contribuito al rilascio della autorizzazione che di avere resistito alle incessanti pressioni esercitate dai Cosentino – nda). Ricatti, intimidazioni e violenze morali, tutto questo lo strapotere dei Cosentinos nella terra di Gomorra.