Anche il figlio di Cicciotto Bidognetti “parla” coi magistrati antimafia

 

La mafia casalese è in crisi di identità. Qualcosa sta andando storto. Per la qualità dei “militari” ma soprattutto perché non sta facendo gli affari di un tempo. La crisi economica ha colpito anche l’esercito del Male, che ha spostato l’asse strategico-economico al centro nord del paese e all’estero. Lo dimostrano le inchieste sulla mafia casalese al nord e soprattutto nuovi pentimenti. Assestato un altro duro colpo alla struttura criminale e allo strapotere del clan dei casalesi in terra di Gomorra. Ad inizio aprile ha chiesto di parlare con i magistrati della direzione distrettuale di Napoli Raffaele Bidognetti, alias o’ Puffo, figlio del boss capo dell’ala più sanguinaria del clan Francesco Bidognetti alias cicciotto e’ mezzanotte. Continua la lettura di Anche il figlio di Cicciotto Bidognetti “parla” coi magistrati antimafia

L’Agro aversano invaso dal contrabbando di bionde

 

Le scene dei venditori di sigarette di contrabbando agli angoli delle strade ormai nell’Agro aversano sono un lontano ricordo. Il contrabbando era appannaggio dei napoletani. La mafia casalese pretendeva lauti compensi dalle “famiglie” dedite ai traffici di “bionde” per il solo spazio occupato nelle strade. Un po’ come ancora oggi funziona con la prostituzione: occupi uno spazio? Bene, mi devi pagare per i tuoi traffici. Chi si sporcava le mani per la minuta vendita erano soprattutto gli extracomunitari, in maggioranza nordafricani, o pluripregiudicati che non avevano nulla da perdere. Poi d’improvviso, già con l’operazione Spartacus, i traffici nella zona dominata dallo strapotere dei clan mafiosi made in Casal di Principe iniziarono a diminuire. Continua la lettura di L’Agro aversano invaso dal contrabbando di bionde

L’ombra della mafia casalese negli appalti dei rifiuti

Quando si tratta di monnezza dietro c’è sempre un sistema. Sono decenni che i magistrati delle Procure campane ci lavorano. Basta individuare la testa. Le teste. I cerberi nell’affaire rifiuti sono sempre più di uno. Sì, perchè a volte i protagonisti in campo ambientale sono tanti. Servono tante teste. Quelle di legno soprattutto tra i politici, tra gli imprenditori, tra i faccendieri. Se c’è un corrotto c’è anche sempre un corruttore. Se c’è l’appalto dei rifiuti in mezzo la maglia si allarga: il filo d’Arianna è lungo, lunghissimo in alcuni casi. Qualcuno aveva tentanto agli inizi degli anni ’90 di raccontare tutto ai pubblici ministeri che indagavano sugli affari del clan Puccinelli-Perrella del Rione Traiano. “Dottò a monnezza è oro”. I Re Mida nel frattempo sono diventati tanti. A spese dei cittadini che, molte volte incoscienti, subiscono le angherie di chi ha fiutato l’affare e che alle loro spalle procede, contratta, cambia riferimenti, illude chi si ferma a parlare. Continua la lettura di L’ombra della mafia casalese negli appalti dei rifiuti

Nell’Agro aversano la camorra è viva ed è in mezzo a noi

La camorra nell’Agro aversano c’è e mostra i muscoli. Qualche prima cittadino che a breve dovrà rispondere in Tribunale di turbativa d’asta e corruzione nel mese di agosto dell’anno scorso si era offeso perchè si era parlato di Gomorra. Forse pensava di fare il sindaco di un’amena cittadina della provincia di Helsinki. Aversa invece si conferma essere terra di mafia. Quella casalese. Ora come ieri. Come da 50 anni a questa parte. A finire sotto il piombo mafioso è finito ‘o minorenne. Si chiamava Nicola Picone ed era stato arrestato in passato per estorsione vicino ai casalesi la vittima dell’omicidio avvenuto lo scorso 19 ottobre alla periferia di Aversa. Era un affiliato al clan Schiavone. Fu arrestato in un blitz nel 2010 insieme ad esponenti della fazione riconducibile al capo induscusso Francesco Schiavone alias Sandokan. Le indagini sono in corso. Gli atti in questi giorni sono stati trasmessi da Napoli Nord per competenza alla Procura di Napoli. Sarà il pool dell’area casalese della Direzione Distrettuale Antimafia a fare luce sulla vicenda. Continua la lettura di Nell’Agro aversano la camorra è viva ed è in mezzo a noi

L’area griglia dell’imprenditoria del Male

Il rampollo della famiglia Schiavone, il primogenito Nicola inizia a mietere le prime “vittime”. Da qualche mese ha iniziato a collaborare con la Giustizia. Interrogatori su interrogatori. Un fiume in piena. Al momento centinaia di pagine di verbali con dichiarazioni etero e auto accusatorie la cui fondatezza è al vaglio degli inquirenti. Alla Procura distrettuale Antimafia di Napoli è un pool intero di magistrati a lavorarci. Decine i filoni d’inchiesta che potrebbero aprire profondi squarci tra le sacche di resistenza di coloro che ancora hanno fiducia e come riferimento lo spietato clan dei casalesi. Omicidi, traffici illeciti, estorsioni. Pane quotidiano per colui che ha retto le sorti dell’esercito del male made in Casal di Principe per qualche lustro. Nicola Schiavone aveva un nome e una stirpe da difendere. Gli “agganci” con alcuni politici che hanno fatto parte dell’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere e il legame, stretto, con diversi imprenditori disposti a pagare tangenti al clan pur di aggiudicarsi gli appalti banditi dal Comune sammaritano. Continua la lettura di L’area griglia dell’imprenditoria del Male