Scavi nella discarica segnalata da Schiavone nel ’95, dai rifiuti cimiteriali alle sacche di sangue

Fanghi provenienti probabilmente dalla pulizia dei Regi Lagni, rifiuti dell’attività edile, stradale e di origine urbana, cimiteriale e ospedaliera, sono stati rinvenuti in un terreno (Masseria Simeone), appartenuto alla famiglia di medici Del Genio di San Cipriano d’Aversa, dietro lo stadio a Casal di Principe  durante gli scavi eseguiti dal Corpo Forestale dello Stato (Comando Provinciale di Napoli) su delega della Dda partenopea, che sta indagando da tempo sui rifiuti interrati dal clan dei Casalesi. L’attivita’ di indagine e’ partita in seguito alle dichiarazioni di alcuni pentiti di vecchia data, tra cui Carmine Schiavone, morto a febbraio dello scorso anno. Gli scavi, iniziati sette giorni fa in un terreno privato nei pressi dello stadio di Casal di Principe ubicato tra campi coltivati e confinante con un pioppeto, sono effettuati dalle ruspe dei vigili del fuoco; nell’area c’era una discarica riempita quasi 30 anni fa con materiale proveniente dai lavori della vicina superstrada Nola-Villa Literno. Al momento sono tre le buche realizzate nel terreno; la falda acquifera e’ stata rinvenuta ad una profondita’ di 7-8 metri. Il 29 settembre del 1995 fu Carmine Schiavone in persona, accompagnato dal personale del C.I.C. (Criminalpol) di Roma e Napoli (Nicola Cavaliere e Giuseppe Zannini Quirini) e della DIA di Napoli, a recarsi sui luoghi che aveva indicato alla DDA partenopea in un verbale del 25 settembre del ’95.

Verbale sopralluogo Masseria Simeone
Verbale della Criminalpol di Roma del sopralluogo presso Masseria Simeone di Carmine Schiavone

Nell’atto a firma dello stesso Schiavone si parlava “di cinque siti, alcuni “mimetizzati” in aree agricole insistite in luoghi alquanto impervi, nei quali sarebbero stati interrati rifiuti di varia natura”. In due delle cinque aree indivuduate, fu eseguito un sopralluogo con i tecnici dell’ENEA e dell’ANPA. Nonostante i rilievi video-fotografici, non fu trovato nulla. A distanza di 20 anni la Forestale e i Vigili del Fuoco hanno portato alla luce una miniera di veleni.