“Nel 2005 prima delle elezioni Regionali e Provinciali mio fratello Michele ed io avemmo varie riunioni con gli esponenti del centro-sinistra Lorenzo Diana, Angelo Brancaccio e Andrea Lettieri per pianificare la campagna elettorale”. E’ quanto ha detto al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere l’imprenditore dei rifiuti Sergio Orsi, condannato per collusione con il clan Bidognetti, durante il processo dov’è imputato l’ex sottosegretario Nicola Cosentino per concorso esterno in associazione camorristica. Orsi, che è agli arresti domiciliari, ha risposto in sede di controesame alle domande dell’avvocato Stefano Montone, difensore dell’ex coordinatore regionale di Forza Italia. La circostanza riferita dal teste conferma quanto effettivamente accaduto nel 2005, anno in cui Orsi creo’ la Gmc, societa’ che svolgeva servizi per conto dei Comuni, proprio con Brancaccio e Lettieri, allora sindaci di Orta di Atella e Gricignano; la societa’ e’ poi finita nel mirino della Dda e proprio qualche mese fa i due amministratori, ancora in carica, sono stati arrestati. Orsi, ex titolare dell’Eco4, la societa’ mista infiltrata dal clan Bidognetti che tra il 2000 e il 2005 effettuo’ la raccolta dei rifiuti in venti comuni del Casertano, e’ poi tornato sul memoriale scritto assieme al fratello Michele nel 2008, poco prima che questi venisse ucciso dall’ala stragista dei Casalesi guidata da Giuseppe Setola; nella scorsa udienza aveva raccontato di averlo tenuto nascosto per anni alle forze dell’ordine e di averlo consegnato nel novembre del 2014 al pm della Dda di Napoli Cesare Sirignano, invece che al sostituto Alessandro Milita, ovvero a colui che aveva indagato sull’omicidio del fratello. “Non lo consegnai a Milita – ha detto – perche’ il mio avvocato mi aveva detto che era stato trasferito a Roma”. Parole che hanno fatto sorridere lo stesso Milita presente in aula. L’imprenditore ha aggiunto: “Nicola Cosentino mi telefono’ poco dopo l’omicidio di mio fratello (primo giugno 2008, ndr) per esprimermi la sua solidarieta’ e si mise a disposizione mia e della mia famiglia per qualsiasi cosa ci servisse”.