Il silenzio dello Stato nella Terra dei Veleni

È tempo di reagire In quella che una volta era Terra di Lavoro l’emergenza ambientale ormai è una costante quotidiana, da circa 40 anni i crimini contro la natura e l’ambiente sono in crescita fattoriale, sia per una legislazione compiacente e deficitaria, sia per un iper lassismo della popolazione. Ultima in ordine di tempo la triste vicenda dell’area dell’ex Pozzi Ginori tra Sparanise e Calvi Risorta, probabilmente la discarica sotterranea più grande d’Europa con un’estensione di circa 2,5 ettari e un volume di 2 milioni di metri cubi di rifiuti, una vera miniera di veleni: fusti deteriorati contenenti solventi, vernici e tracce di idrocarburi, plastica lavorata dalle industrie, buste con Pvc. Il terreno presenta diverse colorazioni, in particolare rosse, azzurre e grigio, un arcobaleno tossico. A questo punto c’è da chiedersi le Istituzioni, chi doveva controllare che ciò non avvenisse, dove erano. L’Agro Caleno come Casal di Principe o Parete, come Giugliano, Acerra o Villaricca rifiuti di ogni genere venivano (?) tombati sotto gli occhi di tutti e alla luce del sole. Alla fine degli anni ’80 imprenditori senza scrupoli, holding criminal-mafiose e politica corrotta hanno trattato con pezzi deviati dello Stato che il casertano e il napoletano diventassero una discarica a cielo aperto. Dal Medio oriente agli scarti delle industrie del centro-nord, dai rifiuti dell’emergenza fiorentina a quelli ospedalieri della cintura milanese di stampo socialista, dai fanghi industriali veneti alla monnezza marchigiana e laziale, nelle discariche legali, illegali, abusive nostrane è arrivato di tutto e a buon prezzo. In nome della santa ignoranza e soprattutto della malafede, qualcuno tenta ancora di voler distogliere l’attenzione e non vuole ammettere assolutamente l’incidenza delle malattie e patologie tumorali con la devastazione del territorio. Oggi si è ad un bivio, l’affare delle bonifiche fa gola alla criminalità organizzata, e soprattutto a coloro che hanno contribuito ad avvelenare le terre più fertili d’Europa. Mai come ora, lo Stato, la cittadinanza dormiente, silente e a volte collusa non può e non deve abbassare la guardia. Se non si reagisce in tempo pretendendo una bonifica completa del territorio, arriveremo veramente a spegnerci tutti come delle candele, poi sarà troppo tardi.