La parabola di Lorenzo Diana, da eroe anticamorra a indagato

“Dopo le condanne inflitte serve piu’ che mai innalzare la guardia perche’ maggiori sono i rischi derivanti dalla sfida lanciata allo Stato dai Casalesi, il piu’ potente clan della camorra”. Cosi’ tuonava Lorenzo Diana, 64 anni e fama di politico anti camorra costruita in tanti anni di Parlamento e di battaglie in Terra di Lavoro, all’indomani della sentenza del processo Spartacus (giugno 2008). Componente della commissione Antimafia, premio Borsellino, membro di diverse associazioni coinvolte nell’anti racket (su tutte la fondazione Caponnetto), tra i pochi, pochissimi politici citati da Roberto Saviano nel suo best seller “Gomorra” come un eroe della lotta alle mafie.    Un cursus honorum di paladino dell’anti camorra di tutto rispetto, quello di Lorenzo Diana, che fa a pugni con l’ accusa piovutagli sul capo di concorso esterno in associazione mafiosa, per la quale risulta indagato nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli sugli appalti della Cpl Concordia per la metanizzazione nel Casertano che ha portato a sei arresti. Accuse gravi, sostenute in virtu’ di quel ruolo di “facilitatore della realizzazione delle opere nel Bacino Campania 30” che secondo i pm avrebbe svolto nella consapevolezza che gli appalti avrebbero favorito alcune imprese in odore di camorra, e tanto piu’ infamanti per chi come lui da sempre e’ in prima linea quando in gioco c’e’ la legalita’. “Mi sembra di essere in un sogno, o di stare su Scherzi a parte”, la reazione a caldo del politico nemico dichiarato di Nicola Cosentino, contro il quale ha testimoniato nel processo sui rifiuti in cui e’ imputato l’ex sottosegretario berlusconiano, e che i Casalesi dei boss Michele Zagaria e Antonio Iovine, nei primi anni ’90, minacciarono di far saltare con una bomba sotto l’auto al punto da costringerlo da allora a vivere sotto scorta. Un profilo che contrasta con quello tratteggiato dal procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli che sottolinea il ruolo di “assoluto rilievo” svolto da Diana nella vicenda, alla luce dei suoi incarichi dell’epoca di componente della Commissione Antimafia, della Commissione parlamentare Lavori pubblici, nonche’ di consigliere del comune di San Cipriano d’Aversa (Caserta). Diana – e’ il ritratto fatto dal pm – avrebbe esercitato “un intervento diretto sulla prefettura di Caserta per quei comuni compresi nel Bacino ed all’epoca sottoposti a commissariamento per infiltrazioni mafiose, per ottenere le delibere di approvazione della concessione e dei progetti presentati dalla Cpl nei tempi previsti per accedere ai finanziamenti pubblici in favore della cooperativa modenese”. Cio’ sarebbe stato attuato “nella consapevolezza dell’esistenza dell’accordo per l’affidamento diretto dei lavori ad imprese riconducibili al clan dei Casalesi e, quindi, di particolare vantaggio per lo stesso sodalizio mafioso”. Ma Diana non e’ solo indagato per concorso esterno in associazione mafiosa: su di lui si e’ abbattuto anche un provvedimento di divieto di dimora per il reato di abuso di ufficio relativo a una consulenza da 10 mila euro assegnata in qualita’ di presidente del Centro agroalimentare di Napoli (carica dalla quale in serata e’ stato sollevato dal sindaco de Magistris) in cambio di un falso attestato Figc in favore del figlio per consentirgli l’ammissione ad un corso per dirigenti sportivi.