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L’Italia dei veleni. Scoperti traffici illeciti di rifiuti Campania-Puglia

Per chi vive nella cosidetta Terra dei Fuochi è un film già visto. I protagonisti sono sempre loro, spietati imprenditori del settore dei rifiuti con la complicità di autotrasportatori al soldo delle fazioni criminali. Quella di ieri mattina è stata un’operazione interforze che ha coinvolto più di 100 uomini del Nucleo Operativo Ecologico di Bari del Comando Carabinieri Tutela per l’Ambiente, del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia e della Direzione Investigativa Antimafia di Bari, che conclude importante ed articolata operazione di Polizia Giudiziaria denominata “BLACK LAND” che, ha interessato le province di Foggia, Barletta-Andria-Trani, Avellino, Caserta, Salerno, Benevento, Potenza e Campobasso. Nel corso dell’operazione è stata eseguita ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa a carico di quattordici persone ritenute responsabili, tra gli altri, del reato ex art. 260 D. Lvo 152/2006 (attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti) e il sequestro preventivo di aziende, aree ed uffici coinvolti nell’attività illecita e numerosi veicoli anche pesanti di proprietà delle ditte coinvolte per un valore totale di 25 milioni di euro. L’attività, iniziata nel marzo 2013, nasce grazie a criticità emerse incrociando sofisticati data base ambientali che monitorano il territorio in relazione alle ditte che operano nel settore della gestione dei rifiuti. Continua la lettura di L’Italia dei veleni. Scoperti traffici illeciti di rifiuti Campania-Puglia

Una cubana in cambio di appalti. Sesso e potere in terra di Gomorra

Una prostituta cubana per facilitare la ditta del clan: la avevano procurata gli uomini del clan Belforte a un ingegnere dell’ufficio di igiene urbana del Comune di Santa Maria a Vico, nel casertano, finito stamattina in manette. I reati ipotizzati sono turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio, corruzione e sfruttamento della prostituzione, aggravati dal metodo mafioso. Fra le persone arrestate, amministratori e dirigenti pubblici del Comune di Santa Maria a Vico, l’ingegnere Pio Affinita, l’assessore all’Ambiente, Savinelli Ernesto e Piscitelli Angelo, colonnello dell’Esercito Italiano in servizio a Maddaloni cognato dell’assessore Savinelli. “Tieni presente che ogni stabilimento di quello (Nicola Ferraro – nda), paga dai 2000 ai 3000 euro al mese, perchè gli conviene in quanto non fanno nessuna raccolta differenziata” parola di Angelo Grillo, imprenditore colletto bianco, ras dei rifiuti legato al clan Belforte di Marcianise. Il sistema generale era perfetto: pecunia non olet, pagare anche ai politici per evitare problemi oltre che dividere i proventi con i clan. Il sistema Grillo funzionava, l’impresa di raccolta e smaltimento rifiuti Fare L’Ambiente Spa di Ciampino lavorava a Marcianise come a Santa Maria a Vico e in molti altri comuni del casertano.

L'ingegnere Pio Affinita
L’ingegnere Pio Affinita

“Lui ha accettato un accordo con i Belforte nel quale si sente più autonomo: paga la sua tangente ed in cambio ottiene benefici, tanto da essere legittimato a protestare nel caso in cui la controprestazione non sia assicurata” – raccontano i collaboratori di giustizia e le intercettazioni nell’ordinanza firmata dal Gip di Napoli, Isabella Iaselli (il giudice che firmò la settimana scorsa il terzo arresto di Nicola Cosentino – nda). Continua la lettura di Una cubana in cambio di appalti. Sesso e potere in terra di Gomorra

Pretendevano assicurazioni gratis, i clan di Mondragone alla sbarra

Nelle prime ore della mattinata odierna, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata da questa Procura della Repubblica, i Carabinieri della Compagnia di Mondragone hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di 9 persone, degli arresti domiciliari nei confronti di altre tre e del divieto di dimora nella Regione Campania nei confronti di ulteriori tre, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di lesioni personali (art. 582 c.p.), danneggiamento (art. 6325 c.p.), estorsione (art. 629 c.p.), detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco (artt. 2 e 4 L. 895/1967), con l’aggravante del metodo mafioso (art. 7 L. 203/91). I soggetti colpiti dal provvedimento cautelare si identificano in Aliberti Salvatore, Caramanica Rita, Cascarino Giovanni, Della Valle Tommaso, Gallo Antonio, Licheri Donatella, Miragli Antonio, Razza Antonio, Pagliuca Achille, Palumbo Vincenzo, Sbordone Alessandro, Sciaudone Antonio, Somma Vincenzo, Somma Anna e Verde Antimo. Le indagini che si inquadrano nell’attività di contrasto al clan dominante nell’area mondragonese del litorale domizio, sono iniziate nel 2012 ed hanno permesso di ricostruire l’illecita attività estorsiva posta in essere ai danni di un agente assicurativo locale e di un commerciante di abbigliamento. Continua la lettura di Pretendevano assicurazioni gratis, i clan di Mondragone alla sbarra

«Siamo del clan dei casalesi», seviziano un imprenditore con taglierino. Fermati tre usurai a Modena

I carabinieri di Caserta hanno sottoposto a fermo nella provincia di Modena tre persone che, spacciandosi per affiliati al clan dei casalesi, nell’agosto del 2013 si sono presentati incappucciati a casa di un imprenditore modenese in difficoltà a cui avevano prestato 25mila euro e, per costringerlo a saldare il debito, concesso con tassi usurai del 30 percento al mese, lo hanno sequestrato e seviziato tagliuzzandogli la schiena con un taglierino.  I tre fermati – due dei quali del Sud (uno è nato a Foggia e l’altro a Crotone) – sono tutti residenti nel mantovano.

Carabinieri CasertaL’imprenditore era riuscito a pagare solo tre rate (7500 euro) e altre somme di denaro – tra l’ottobre del 2013 e il marzo di quest’anno – in parte in contanti (per 4 mila euro) e in parte con ricariche Sisal Post Pay (in varie tranche per poco meno di 3 mila euro). Continua la lettura di «Siamo del clan dei casalesi», seviziano un imprenditore con taglierino. Fermati tre usurai a Modena